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Da ormai vent’anni a questa parte, in Italia si soffre dell’ansia da contratto. I giovani dipendenti dai 25 ai 35 anni di età inseguono il contratto a tempo indeterminato. Alcuni di loro lo cercano nel posto di lavoro dei sogni, altri invece, vista la situazione lavorativa del paese, lo firmano anche in aziende dove magari svolgono mansioni che non hanno nulla a che vedere con la loro formazione universitaria.
I contratti lavorativi però sono ben più complessi della semplice differenza tra determinato e indeterminato. Nella gestione delle risorse umane c’è sempre un buon amministratore del personale che si occupa di gestire le pratiche amministrative di dipendenti e collaboratori. Non si tratta quindi solo di creare contratti, ma anche di monitorare il budget del personale, rilevare le presenze, predisporre e gestire le buste paga e in alcuni casi anche i versamenti fiscali, sebbene in questo caso solitamente ci si avvale di impiegati amministrativi.
La figura professionale dell’amministratore del personale è indispensabile per molte aziende. In alcuni casi, il ruolo viene assunto direttamente dal datore di lavoro, specialmente in aziende con pochi dipendenti. La gestione del personale nelle piccole aziende (da 1 a 10 dipendenti) è ovviamente più semplice di quella di un’azienda di medio-grandi dimensioni con 50 o addirittura 100 dipendenti.
Qualsiasi sia il numero dei dipendenti, la gestione del personale deve fare i conti con il lato economico dell’assunzione di nuovi dipendenti.
Ecco perché l’amministratore può decidere che l’azienda non si può permettere l’assunzione di un nuovo dipendente a tempo indeterminato, nonostante abbia bisogno di forza lavoro. Ecco perché, alcune realtà in difficoltà, possono assumere a tempo determinato e in seguito valutare se valga la pena far passare un dipendente molto bravo al contratto indeterminato.
Non si tratta quindi di una semplice mancanza di volontà delle aziende nell’assumere nuove persone con contratto a tempo indeterminato: dietro le scelte c’è sempre un amministratore del personale che si consulta con il datore di lavoro per capire qual è la giusta strategia da seguire.
Ovviamente, questo in una realtà che funziona e che ha anche una certa responsabilità nei confronti dei dipendenti. Ci sono anche aziende molto grandi e multinazionali che nonostante i guadagni stellari, approfittano comunque della loro posizione per assumere personale con contratti a termine, magari con paghe poco adatte.
Cosa deve saper fare un amministratore del personale? Prima di tutto, deve avere una buona conoscenza del diritto del lavoro, inoltre deve avere capacità di problem solving e di gestione delle risorse finanziarie dell’azienda. Per questo i candidati ideali per le aziende sono laureati in giurisprudenza o economia che magari hanno una specializzazione in risorse umane.
Si tratta quindi di una figura altamente specializzata, con un elevato livello di preparazione. Questo perché l’amministratore del personale ha una grande responsabilità sia verso i singoli dipendenti, sia verso l’azienda.
La gestione dei lavoratori richiede anche una certa empatia e una comprensione del prossimo. Le aziende dove i dipendenti sono semplici numeri non sono mai ben viste, per questo l’amministratore deve sempre tenere conto della parte umana del lavoro. Questo perché i dipendenti possono avere richieste o domande riguardanti il loro stipendio, la busta paga e altro.
Le conoscenze in campo economico sono fondamentali, perché l’amministratore del personale deve aggiornare e gestire i dati sugli stipendi, sui contribuiti, sui TFR e sugli adempimenti fiscali. Oltretutto, servono delle skill di base a livello informatico, per imparare a usare determinati software per la creazione delle buste paga.
Un’azienda deve poter contare sul lato amministrativo dei dipendenti, per questo alcune realtà dispongono di più di un addetto all’amministrazione nel reparto delle risorse umane.
Si tratta quindi di una figura professionale altamente specializzata e richiesta dalle aziende. Il lavoro in sé è molto complesso e comporta diverse responsabilità, quindi di conseguenza è anche ben pagato. Unire il lato economico, amministrativo, legale e umano è indubbiamente appagante, ma richiede un grande impegno da parte del professionista.
Non bisogna dimenticare che sono i dipendenti e i collaboratori a creare il successo dell’azienda, di conseguenza una cattiva amministrazione del personale può portare un’azienda al fallimento.
Allo stesso modo, un buon amministratore può invece salvare l’azienda, cercando di far tornare i conti e gestendo il personale in modo efficace, collaborando con il team di risorse umane per collocare i dipendenti in modo giusto e far svolgere loro le mansioni per le quali possono rendere di più.
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